paride pignottiPIMU 2015, family portraits è un contenitore. Un luogo dove scorriamo i volti dei giovani protagonisti di questa edizione e ci facciamo raccontare qualcosa di loro. Uno spazio che tiene conto delle emozioni a caldo di chi si è appena esibito sul palco del Teatro Marchetti e che ci aiuta a tratteggiare ogni membro di quella che è la grande famiglia del jazz. 

Paride Pignotti, classe 1994, chitarra, Grottammare (Ascoli Piceno)

D:Come è andata?

R: Benissimo, sono molto soddisfatto. Suonare con una ritmica di questo calibro mi è piaciuto tantissimo. L’emozione c’era come è giusto che sia ma quando sali sul palco tutto si scioglie e vuoi solo divertirti e trasmettere il tuo divertimento. Quel poco di tensione che rimane è una bella cosa da tenersi stretta.

D: Perché hai scelto questo pezzo?

R: “Out of nowhere” è certamente un brano da concorso, si presta molto. Al di là di questo è un pezzo che nasce come ballad, mi piace molto il suo lirismo, il testo…

D: Il Premio, l’obiettivo è vincerlo ma a parte questo?

R: Il mio obiettivo è quello di fare musica, di comporre pezzi miei. In questo percorso è certamente un forte arricchimento l’interazione e l’incontro con altri musicisti. In questo caso, ad esempio, i concorrenti erano tutti molto in gamba. L’ambiente è perciò molto stimolante. Questa è tutta energia positiva che può convogliare anche nella fase compositiva.

D: Cos’è il jazz per te?

R: Il jazz è uno dei generi musicali dove c’è più condivisione e interazione tra i musicisti. Un luogo dove combinare background musicali diversi, porli in dialogo e vedere cosa ne esce.

D: Tu sei marchigiano… che rapporto hai con il Premio Urbani?

R: Sono estremamente contento e orgoglioso che questa importante realtà si trovi qui a Camerino, credo che sia una situazione estremamente stimolante ed è bello sapere che sia nelle Marche tanta eccellenza e capacità organizzativa.