Luca Giovanni FigliolaPIMU 2015, family portraits è un contenitore. Un luogo dove scorriamo i volti dei giovani protagonisti di questa edizione e ci facciamo raccontare qualcosa di loro. Uno spazio che tiene conto delle emozioni a caldo di chi si è appena esibito sul palco del Teatro Marchetti e che ci aiuta a tratteggiare ogni membro di quella che è la grande famiglia del jazz. 

Luca Giovanni Figliola, classe 1987, chitarra, Guidonia (Roma)

D. Come è andata?

R. Sì, è andata bene, anche se essere il primo ad esibirmi mi ha un po’ agitato. Potevo divertirmi di più.

D. “The feeling of jazz” di Duke Ellington. Perché hai scelto questo pezzo?

R. Si tratta di un brano che adoro, credo che Duke Ellington sia tra gli artisti più rispettati e temuti, artisticamente parlando. Il pezzo ha una sequenza armonica molto interessante che porta proprio al “feeling”, mai titolo fu più azzeccato.

D. Il Premio è ovviamente una competizione. Che rapporto c’è tra i concorrenti?

R. Si parla, ci si confronta ma attenzione, la competizione c’è eccome. Ma è una cosa buona, ti stimola a fare meglio e di più.

D. Sei qui a Camerino e ovviamente come tutti immagino che l’obbiettivo sia vincere…ma al di là di questo?

R. Mi piacerebbe incidere un disco. Sono stato in tour con Flavio Boltro: viaggiare e suonare con lui è stato bellissimo. Sarebbe bello fare un disco con lui.

D. Domanda facile e difficile insieme. Cos’è il jazz?

R. Il jazz è un linguaggio…che si impara e si studia!