Premio Massimo Urbani 2019. Vince il sassofonista Elias Lapia.

Il 23enne sardo che studia in Olanda strega la giuria presieduta da Cafiso. Edizione di altissimo livello

CAMERINO – La magia della Rocca Borgesca di Camerino, simbolo di resistenza e rinascita che si erge da secoli a guardia del centro storico ancora devastato dal sisma e le note dei tanti giovani jazzisti che proprio nella città ducale vedono nascere la propria carriera artistica professionale. In questo scenario, nel weekend scorso, si sono svolte le giornate finali della XXIII edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani, il più importante concorso italiano per solisti jazz, ideato da Paolo Piangerelli e ora diretto da Daniele Massimi e da Musicamdo Jazz con il supporto del Comune di Camerino e di numerosi partner e sponsor privati.

Sono stati quest’anno oltre 150 i giovani jazzisti a partecipare al Premio, selezionati in tre semifinali svoltesi nei jazz club di Torino, Roma e Lecce e sono solo in 10 i talenti giunti alla due giorni camerte. «Una finale di grande qualità – racconta soddisfatto Massimi – Tutti i finalisti hanno onorato al meglio questa edizione e a tutti loro auguriamo un futuro di soddisfazioni artistiche e nella vita – continua – La Rocca Borgesca di Camerino “occupata” per 2 giorni dal jazz rappresenta oggi il simbolo di una Camerino che resiste e che vuole ripartire proprio dalla ricerca della bellezza».

A conquistare il primo posto c’è Elias Lapia, sassofonista di 23 anni che studia al conservatorio de L’Aia, in Olanda; a lui va anche il premio Nuovo Imaie che prevede 8 concerti organizzati nei prossimi 12 mesi. Al secondo posto, ex aequo, Vittorio Cuculo sassofonista romano di 25 anni e Federico Calcagno clarinettista milanese di 24 anni che si aggiudica anche il premio della critica. A chiudere il podio Mattia Parissi, pianista ascolano di 24 anni. La borsa di studio di Nuoro Jazz va ad Andrea Cardone sassofonista chietino di 16 anni, mentre quella del Fara Music Summer School a Federica Lorusso, pianista barese di 23 anni. Il pubblico ha premiato invece Antonio D’Agata, chitarrista di Campobasso di 28 anni e sui social ad avere la meglio è stata Simona Trentacoste, cantante palermitana di 24 anni. Tra i finalisti poi anche il sassofonista Matteo Zecchi.

A presiedere la giuria quest’anno il sassofonista Francesco Cafiso. «Il livello generale è altissimo, e questo ci ha complicato le cose nel decretare il vincitore. C’è talento e studio dietro ad ogni concorrente. Il premio – racconta Cafiso, già vincitore della competizione a soli 11 anni – è incontro e confronto, il fatto di esserci e di stare a contatto con altri musicisti è di per sè molto importante. Va vissuto perciò come un punto di partenza – conclude ironicamente – la strada è lunga, infinita, per tutti noi che abbiamo deciso di fare musica».

Grande soddisfazione nelle parole poi di Elias Lapia «Nella mia testa il Premio era quasi un rito di passaggio obbligatorio – racconta – lo avevo provato 6 anni fa portando a casa una borsa di studio e ripromettendomi di riprovarlo una volta stato più maturo musicalmente parlando. Oggi vincerlo è realizzare il sogno di quel ragazzino. Per me – continua – il Premio Urbani è stato un momento da vivere e gustare nel confronto con gli altri, non l’ho vissuto con l’adrenalina della competizione fine a se stessa». Grazie al primo posto, Elias Lapia potrà ora incidere il suo primo disco e pare che abbia già in cantiere qualcosa con il suo quartetto che dall’Italia valica le alpi e arriva sino al mare del nord de L’Aia.